Voglio essere chiaro su un tema per me molto importante, direi primario: la scuola durante questa pandemia. Essendo insegnante, per me la scuola è TUTTO. Ho scelto di diventare insegnante per passione: della letteratura e dell’arte, dei libri, della condivisione di questa

stessa passione. AMO insegnare. E amo farlo in classe, in presenza dei miei alunni, per interagire con loro, per ESPERIRE con loro. Insegnare/apprendre è un’esperienza condivisa. Le mie lezioni si articolano sullo scambio: il contributo dei ragazzi è ESSENZIALE. Sebbene le mie

lezioni prevedano inevitabilmente dei passaggi di lectio magistralis, in cui trasmetto delle informazioni, delle conoscenze e delle nozioni che i ragazzi per forza di cose ignorano, sono comunque loro il motore del loro stesso apprendimento. Sono loro che determinano

lo svolgimento del corso: con le loro osservazioni, le loro intuizioni, le loro domande, i loro dubbi, i loro errori. Spesso mi portano dove non avevo previsto di andare. E AMO quando succede. Perché quando succede, sono io a imparare qualcosa. Da loro. Senza lezioni

io soffro. E so bene che soffrono anche loro. Ma cosa bisogna fare davanti a un virus che si diffonde via aerosol, che predilige gli spazi chiusi dove si concentrano le persone, dove le persone parlano e rimangono a contatto stretto per ore? Fare finta di niente? Parliamo di

un virus che non è solo un’influenza; che non è « solo » una polmonite come molti ancora credono e si ostinano a credere. Questo virus fa danni incalcolabili al nostro organismo. Può letteralmente possederci per mesi. Forse non lasciarci mai più (esiste da troppo poco tempo

perché si possa sapere con precisione quali saranno le conseguenze a lungo termine). Basta informarsi sulla #LongCovid, per capire davvero cosa si rischia infettandosi col #SARSCoV2. E queste conseguenze possono arrivare indipendentemente dai sintomi iniziali. Il 10% delle

persone che si infettano sviluppa sintomi persistenti anche per mesi. ANCHE I BAMBINI. Data un’occhiata a @long_recovery e fatevi un’idea. Sono il primo che desidera tornare in classe, ritrovarsi davanti i propri ragazzi. Sono il primo che desidera che il proprio figlio possa

tornare normalmente a scuola. Ma quella che stiamo affrontando è una crisi epocale che richiede considerazioni tutt’altro che superficiali. Non basta pensare che la scuola sia importante. Chi è che davvero pensa il contrario? Ma non serve a niente sproloquiare ipocritamente

dell’importanza della scuola. Ci sono delle cose che DEVONO ESSERE FATTE perché docenti e discenti tornino a scuola in sicurezza; perché la scuola non sia un RISCHIO PER TUTTI, anche per quelli che a scuola NON CI VANNO. Gli interventi sono chiari e noti oramai da mesi, ma

sono colpevolmente ignorati. Questi sono i prioritari che riguardano direttamente le scuole: 1) riduzione degli effettivi per classe; 2) porto obbligatorio e CORRETTO delle mascherine per tutto il tempo della permanenza all’interno degli edifici scolastici, per TUTTI (anche i

bambini a partire dai 3 anni); 3) installazione di sistemi di areazione meccanica che permettano un ricambio constante dell’aria alfine di evitare l’accumulo di aerosol infetto nelle aule; 4) riorganizzazione del sistema delle mense, perché mangiare tutti insieme in uno spazio

chiuso è uno dei momenti più a rischio; 5) annullamento di tutte quelle attività che si svolgono a stretto contatto fisico e necessitano di intensificare la respirazione e l’emissione di aerosol da parte delle persone. Ovviamente questi interventi devono essere accompagnati da

quelli necessari in ambito extrascolastico. La scuola non è una bolla, come la retorica della « Scuola sicura » vuole fare credere. Nessun luogo in sé è sicuro; come nessun luogo in sé è pericoloso. Siamo noi esseri umani che portiamo il virus e lo facciamo circolare e

diffondere. Sono i nostri atteggiamenti e modi di fare che contribuiscono alla minore o maggiore pericolosità o sicurezza di un luogo, al di là delle caratteristiche specifiche del luogo stesso. FINE. #ACivicDuty
PS Aggiungo un’ulteriore breve e concisa considerazione: chi sottovaluta i rischi che si corrono nelle e per le scuole durante questa pandemia, dal mio punto di vista non è affatto diverso dai negazionisti duri e puri.