LA 𝑄𝑈𝐸𝑆𝑇𝐼𝑂𝑁𝐸 𝑀𝐸𝑅𝐼𝐷𝐼𝑂𝑁𝐴𝐿𝐸: cosa è veramente, perché influisce sul Sud ancora adesso e quello che la gente ignora al riguardo

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Il divario tra il Nord e il Sud dell'Italia esiste, ma: perché? E come mai l'Unità d'Italia del 1861 non ha aiutato il Sud, ma l'ha, a dire la verità, rovinato, portandoci alla situazione attuale?
Semplice: basta partire da quello che i libri di Storia non dicono
Il Regno delle due Sicilie, prima del 1860, era centro di ricchezza e progresso, al contrario di quello che insegnano a scuola.
E appunto per questo il Regno Piemontese (Cavour) ha voluto "unire" il territorio, per prendere il denaro del regno e arricchire il Nord.
Il Regno delle Due Sicilie possedeva al tempo la seconda flotta più grande in Europa, una moneta forte e, dal punto di vista industriale, il complesso siderurgico di Pietrarsa (Napoli) che vantava un fatturato che il Nord sognava.
Fu la prima nazione ad esportare in Russia, la prima ad instaurare solidi rapporti commerciali con l’America. La famiglia Florio aveva iniziato la propria scalata industriale e commerciale. Il 3 ottobre 1831 venne qui inaugurata la prima ferrovia in Italia, la Napoli-Portici.
Prima dell’annessione, il Regno del Sud, nel settore dell’industria, contava 2 milioni di occupati a fronte dei 400.000 della Lombardia, possedendo 443 milioni di moneta in oro, ossia l’85% delle riserve auree di tutte le province (usati poi come base per i fondi della Nazione)
Ma anche in Sicilia, al pari dei territori continentali del Regno nella penisola, era tutto un fiorire di iniziative economiche.
La Sicilia venne condannata alla condizione di regione depressa solo e soltanto dopo l'arrivo di Garibaldi.
La "favola" della Sicilia e del Sud condannati ad un inesistente sviluppo industriale faceva parte di un alibi che giustificava la politica di asservimento del Mezzogiorno all'esclusivo ruolo di mercato e sbocco dei consumi dei prodotti agricoli e industriali del Nord.
Ancora prima dell'Unità Catania e Palermo erano grossi centri industriali di seta esportata con successo per la qualità dei prodotti, nei mercati europei e mediterranei.
Fiorenti erano anche le attività cantieristiche, navali, metalmeccaniche, chimiche, di lavorazione del cotone e del lino, l’industria conserviera, la produzione e la commercializzazione dei vini, l’estrazione e la lavorazione dello zolfo, questa la più importante e ricca d’Europa
Nel decennio 1850-1860 era stato varato, dal punto di vista amministrativo, un notevole numero di provvedimenti, a salvaguardia dell’economia isolana, di innegabile portata. Fu costituito un debito pubblico con un immediato risveglio nel movimento dei capitali.
Fu creato il Banco Autonomo di Sicilia, due casse di sconto e numerose casse di risparmio. Con l’Unità d’Italia di tutto questo non rimase più nulla. Il sistema industriale e le risorse del Sud furono trasferite al Nord. E fu appunto allora che sorse “La questione meridionale”.
A tal proposito Edmondo Capocelatro e Antonio Carlo due insigni scrittori d’economia che nel loro libro: “La questione meridionale – Studio sulle origini dello sviluppo capitalistico in Italia” edizioni la Nuova Sinistra del 1972, testualmente sostengono tra l’altro:
“Anche dal punto di vista sociologico politico l’arretratezza e l’ottusità della borghesia meridionale è una colossale invenzione e mistificazione storica. [...] Le cause del sottosviluppo del Sud e della Sicilia che, al momento dell’Unità, non era inferiore al Nord -
- sono da individuare nell’azione dello Stato unitario dominato dalla borghesia settentrionale attraverso il soffocamento della nascente industria meridionale, la legge sul corso forzoso e il protezionismo che si concluse con la definitiva subordinazione -
- e la integrazione dell’economia meridionale nello sviluppo capitalistico del triangolo industriale del nuovo stato unitario”
E fu così, con l’impoverimento e del Sud e della Sicilia, che iniziarono i grandi flussi migratori dalla Sicilia verso le Americhe e nel resto del mondo.
Prima della costituzione del nuovo Stato unitario, ossia prima del 1860, negli Stati Uniti, per esempio, si contavano molti più emigranti del Nord che del Sud. L’impoverimento e lo stravolgimento delle regioni meridionali invertirono tali tendenze.
Le rimesse e i risparmi degli emigranti meridionali finirono poi, negli anni a venire, paradossalmente, per favorire lo sviluppo delle fiorenti industrie del Nord e l’acquisto delle materie prime necessarie alla loro crescita.
Le enormi risorse drenate e rapinate, i grandi sacrifici imposti, l’impoverimento del Sud a favore del Nord, le repressioni soffocate nel sangue furono un prezzo che il Mezzogiorno e la Sicilia furono costretti a pagare, più di tutti gli altri, al processo di Unità nazionale.
E nella perdurante logica economica che si instaurò allora un Paese “programmato” a due velocità con un Nord ricco e produttivo e un Sud povero, colonizzato ed assistito che ancora oggi continuiamo a pagarne le  drammatiche conseguenze.
I libri di scuola dicono che il Regno delle Due Sicilie era arretrato e povero, ma non era così.
Ecco quali erano i primati del Regno, tratti da “Le industrie del Regno di Napoli” di Gennaro De Crescenzo.
Alcuni primati del Regno delle Due Sicilie:
1754. Prima Cattedra di Economia al mondo
1762. Accademia di Architettura, tra le prime in Europa
1782. Primo intervento in Italia di Profilassi Antitubercolare
1789. Prima assistenza sanitaria gratuita (San Leucio)
1813. Primo Ospedale Psichiatrico in Italia (Real Morotrofio di Aversa)
1819. Primo Osservatorio Astronomico in Italia a Capodimonte
1833. Prima Nave da crociera in Europa “Francesco I”
1839. Prima illuminazione a gas in una città città italiana, terza dopo Parigi e Londra
1841. Primo Centro Sismologico in Italia, sul Vesuvio
1845. Prima Locomotiva a vapore costruita in Italia a Pietrarsa
1852. Primo Telegrafo Elettrico in Italia
1852. Primo esperimento di illuminazione elettrica in Italia, a Capodimonte
1856. Expò di Parigi, terzo paese al mondo per sviluppo industriale
1856. Primo Premio Internazionale per la lavorazione di coralli
1856. Primo sismografo elettrico al mondo, costruito da Luigi Palmieri
1860. La più grande industria navale d’Italia per numero di operai
1860. La più bassa mortalità infantile d’Italia
1860. La più alta percetuale di medici per numero di abitanti in Italia
1860. Primo Stato Italiano per quantità di Lire-oro conservata nei banchi Nazionali (443 milioni, su 668 milioni da tutti gli stati italiani)
Il mio non è un discorso anti-Italia o contro l'Unità come concetto. È che i tempi, i modi e le ragioni per cui è stata fatta sono più che scorretti. Il divario tra Nord e Sud di una nazione dovrebbe limitarsi ad essere di livello culturale, folkloristico, non economico-sociale.
Soprattutto se il motivo per cui ciò accade è perché il territorio del Sud è stato sfruttato come colonia, non come territorio pari, alla stessa maniera di tutte le nazioni europee in Africa, opprimendo il popolo e ogni possibilità di progresso.
È assurdo che io, solo perché nata a Palermo, abbia meno della metà delle possibilità di una persona che nasce e vive a Milano. È assurdo che nel 2020, nello stesso Paese un ragazzo del Sud debba avere meno opzioni, su tutti i fronti, rispetto ad uno del Nord.
Volevo solo farvi conoscere pezzi della Storia del Sud che purtroppo a scuola non insegnano. La venuta di Garibaldi non è stata una salvezza, ma la nostra sciagura. E come Verga scrive nella novella "Libertà" dei fatti di Bronte, i Siciliani furono repressi dai garibaldini.
È importante comprendere come i fatti di allora abbiano totalmente sconvolto la natura di un popolo e di un territorio, e le ripercussioni di ciò le subiamo ancora adesso. La stessa Mafia è nata solo successivamente all'Unità di Italia e come conseguenza di essa.
Ovviamente non voglio dire che fosse tutto perfetto al Sud, nelle campagne il fenomeno dell'Analfabetismo era sul serio molto diffuso. Ma ci è stato impedito di progredire e migliorarci, lasciandoci in una condizione disagiata che viviamo ancora adesso rispetto al resto di Italia
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